Il movimento è stato affascinante per me da quando riesco a ricordare me stesso. Oltre a seguire il ritmo della musica, da bambino cercavo di imitare le pericolose acrobazie dei film, sognando di diventare uno stuntman. Più tardi ho praticato il Kung Fu ma ho smesso perché mi sembrava troppo violento. Nella mia prima giovinezza sono stato chiamato a una pratica più fluida e orientata verso me stesso. Ho praticato Tai Chi per molti anni e ancora oggi, nella mia danza, utilizzo i principi del movimento e della respirazione che ho imparato allora.
Nel 2015 ho scoperto la Contact Improvisation, che è stata la mia principale pratica di movimento e danza. Me ne sono innamorato subito e più ballavo, più mi interessava Essere a quel tempo ingegnere informatico e musicista mi incuriosiva sia per gli aspetti tecnici, biomeccanici ma anche per le tensioni compositive e poetiche a cui puntava. Ho approfondito sempre più la ricerca, l’affinamento e la comprensione dei suoi principi e delle sue idee artistiche iniziali. Oltre alle lezioni settimanali di Bucarest, ormai da 7 anni frequento workshop e festival con insegnanti che mi hanno dato grandi spunti e ispirazione: Virginia Negru, Sveta Pashko, Cyrus Khambatta, Sergey Golovnea e Alexandra Soshnicova, Steve Batts, Scott Wells, Malcolm Manning, Anjelika Doniy, Sebastian Flegiel, Sasha Dodo (CI), Kira Kirsch e Antoine Ragot (Axi Syllabus ).
Tutto questo coinvolgimento mi ha portato verso l’insegnamento. In questo momento mi piace cercare modi per accompagnare le persone nel loro processo di comprensione dei principi della CI e sono entusiasta di portare le mie scoperte ai danzatori più esperti. Sono sinceramente interessato a ogni danza che faccio, impostando la mia mente in modo che funzioni sia come la mente di uno scienziato – essendo curioso, senza mai raggiungere una conclusione definitiva, cercando sempre di mantenere viva l’esperienza – sia con la gioia e l’esuberanza di un bambino. Vedo ogni danza nella CI come un’opportunità di condivisione di esperienze e comunicazione tra ballerini.
Contact Improvisation Festival - Classe
Don’t jump to conclusions. Dance!
Mi interessano i modi per affinare l’attenzione, per diventare più precisi nella lettura delle sfumature, e focalizzati su ciò che realmente accade momento per momento, nella danza; cercando di perdere i piani e i percorsi “conosciuti” mentre danziamo, per stimolare la creatività e invitare le nostre menti a funzionare più come un curioso ricercatore. Quindi ti invito ad unirti a me nell’esplorare modi per affinare la “risoluzione” e il livello di dettagli che percepiamo nel movimento e nell’immobilità.
Partendo dalla piccola danza osserveremo i più piccoli riflessi del corpo per mantenere la posizione verticale. Poi, permettendo e assecondando questi riflessi, vedremo il nostro corpo iniziare a muoversi quasi da solo, senza troppe ambizioni e aspettative fisse. Lo trasformeremo in un’esplorazione su come generare movimento e su come possiamo trovare un equilibrio tra fare e permettere.
A volte è utile allenarsi all’interno di una forma fissa, diciamo un lift, o un esercizio di body-surf, solo per mantenere la mente rilassata, perché “sa” cosa sta succedendo, dandole allo stesso tempo, l’opportunità di diventare curioso di provare altre possibilità e profondità. Lo svantaggio di questa “strategia” di apprendimento è che può trascinarci nella creazione di abitudini parassitarie e successivamente portarci alla noia e/o ad anticipare il movimento successivo senza prestare molta attenzione. Quindi, dopo esserci addestrati in questo modo, potremmo aver bisogno di lasciare da parte gli schemi e lasciare che sia il principio che sta dietro ad essi a guidarci. Per questo abbiamo bisogno della nostra piena attenzione, svegli e quanto più possibile nel momento presente, e non dimentichiamo che si tratta di ascoltare e concentrarsi sulla danza. Allora proviamo modelli diversi, balliamo e scopriamo insieme dove ci porterà questo viaggio!