Edoardo inizia a ballare incuriosito dal movimento come strumento per sviluppare la consapevolezza del proprio corpo e ben presto la danza diventa uno degli aspetti più importanti della sua vita. Si forma come ballerino contemporaneo e attore di circo con vari maestri in Italia e all’estero concentrandosi in particolare sulla CI e sulla composizione istantanea. Nel 2018, insieme a Elisa Ghion e Fabio Rotondo, fonda Corpoetica, associazione culturale che promuove la pratica della CI. Nel marzo 2020 si laurea in Filosofia con una tesi sulla Contact Improvisation. Nello stesso anno realizza una performance per spazi pubblici che indaga il dialogo tra i linguaggi del circo contemporaneo e della danza. Nel 2021 incontra Priscilla Pizziol e fonda un progetto artistico chiamato MACULA. Insieme ricercano l’incontro tra CI e Composizione istantanea creando la loro prima pièce teatrale AMELIA, con la quale ricevono un premio per la scrittura coreografica al festival CortoInDanza nel 2022. Negli anni collabora come performer con diversi registi e coreografi. tra cui Willi Dorner, Agostina D’Alessandro, Lorenzo Covello e la compagnia Do-Theater.
Contact Improvisation Festival - Classe
Not a Dance Form
“Se la Contact Improvisation è l’atto fisico di porre una domanda sulla propria circostanza presente, allora il lavoro è sempre espansivo e ha applicazioni per ballare ben oltre la manifestazione dell’interazione del duetto”. Daniele Lepkoff
Durante le lezioni ci concentreremo sulla nostra esperienza cinestetica dei principi essenziali del movimento. Esploreremo gli strumenti che permettono al nostro corpo di accedere ad uno stato di apertura percettiva. Ci eserciteremo a “disfare” delicatamente e gradualmente gli schemi cinestetici che ci impediscono di lasciare che il peso si riversi sulla superficie che sostiene le nostre strutture. Inviteremo un atteggiamento cinestetico di rispetto e prontezza che ci permetta di essere aperti all’emergenza, capaci di sorpresa e liberi di rispondere in modi nuovi e familiari. Cercheremo di considerare la Contact Improvisation come una pratica somatica trasformativa; una pratica che consente lo sviluppo di una consapevolezza cinestetica della realtà corporea; una pratica lavorativa quotidiana che affronta la qualità del nostro impegno vissuto, con noi stessi, con il mondo e con gli altri.